Dalila Belato, nata a Palermo nel 1982, consegue il diploma presso l’Istituto d’Arte e successivamente dedica i suoi studi al restauro lapideo, continuando però a mantenere vivo l’interesse per la scultura e il modellato.
Belato approfondisce nei suoi studi di ricerca l’anatomia umana. Raffigura parti del corpo come visi, piedi e mani, reinventando un linguaggio universale in modo personale, innovativo e ironico. Le sue opere sono di un realismo che si spinge fino alle particolarità della pelle, arrivando nei volti a catturare, come un’istantanea, espressioni di grande vitalità. Ripropongono in dettaglio l’emozione che, con tutta urgenza, si taglia sul viso. Allo stesso tempo, sovrappone all’umano il mondo degli insetti. La loro presenza allude tanto al processo stesso di trasformazione, sia fisica che, per traslato, spirituale, quanto ad un mondo altro. Le sue opere coniugano e avvicinano questi due universi, sottolineando in particolare la complessità e perfezione formale di quello animale, caratterizzato da colori brillanti e accesi.
Le sue sculture sono realizzate attraverso tecniche miste e materiali ibridi, con l’uso di patine finali che a seconda dei casi le rendono simili al bronzo, al marmo e al ferro. Nel 2015, Belato vince il Premio sezione scultura di Expo Arte Italiana curata da Vittorio Sgarbi a Varedo (MI). Vive e lavora a Palermo.